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Siamo nati e non moriremo più -- il libro su Chiara

Alescanca

Ho appena finito di leggere il libro su Chiara Corbella Petrillo “Siamo nati e non moriremo mai più”. Inutile dire quanti pianti nel leggerlo.

Ho aperto il libro ed ho cominciato a commuovermi quando ho visto la foto del piccolo Davide Giovanni, il secondo bambino dei Petrillo, nato anche lui con gravi malformazioni come sua sorella Maria Grazia Letizia e vissuto, come sua sorella, solo trenta minuti. Un cuore di mamma, anche se gretto come il mio, non può non commuoversi davanti a due fagottini che non hanno neanche il tempo di romperti le scatole con le nottate in bianco e le cacche acide.

Man mano che andavo avanti con la lettura del libro il pianto cambiava: dalla commozione alla contrizione.

Se all’inizio mi commuovevo per la loro storia tanto speciale e il loro coraggio e la loro serietà nel vivere la fede, dopo ho cominciato a piangere su di me, su quanto sono incapace e lontana dalla bellezza. Il pianto si é spostato su un’altra foto, quella in cui sono a Medjugorje e Chiara, ritratta con la sua famiglia e una veggente, ha un sorriso da giorno del matrimonio e invece manca poco al suo funerale. Il racconto della sua malattia mi ha sconvolto. Un tumore diagnosticato a 27 anni con un bambino, Francesco, ancora da far nascere. Enrico, suo marito, ci tiene sempre a sottolineare che Chiara non é morta serena, ma felice. Ma come si fa a morire felici quando si è così giovani, con un cucciolo d’uomo di un anno e un marito che ti ama? Qui c’é qualcosa di grande perché di gente morta felice io proprio non ne conosco. Se ci penso mi viene in mente solo san Francesco che mentre moriva completava il cantico delle creature aggiungendo sorella morte e santa Chiara che benediceva Dio perché l’aveva creata. Che dire? Qui mi mancano le parole. Non si tratta di nottate in bianco, di pannolini da cambiare, di vivere un fidanzamento sano, di accettare delle situazioni difficili, no no. Chiara ed Enrico parlano con i fatti di cose molto più grandi, loro parlano di eternità tutto il tempo.

Conosco almeno una decina di amiche, anche io stessa, che non avremmo abortito né i primi due bambini perché incompatibili con la vita, né il terzo per curarsi tempestivamente dal tumore. Quello che però non conosco tanto é quel sorriso, quella gioia. Io piangevo perché io, Alessandra, non riesco neanche a sorridere a mio marito quando torna dal lavoro; lui arriva a casa e trova quella che una volta era una persona, cioè me, che non sorrido solo perché sono stanca morta, mentre Chiara é felice con dei dolori atroci e sta morendo. Ecco, questo mi ha sconvolto. Mi ha resettato. Ogni volta che si parla di Chiara con degli amici in comune (frequentavamo anche noi la parrocchia di santa Francesca Romana prima di partire per la Francia) resto senza parole per quella gioia. Mentre mi spaventa tutto questo e nel mio cuore solo risuonano le parole di Pietro dopo la pesca miracolosa “Allontanati da me Signore che sono peccatore”, mi rendo conto che quella gioia non é un merito ma un dono di Dio e noi dobbiamo solo desiderarlo.

Questo libro è estremamente coinvolgente. La storia di Chiara ed Enrico, raccontata da chi, come Cristiana e Simone, ha visto e ha vissuto da vicino tanta grazia è molto toccante, scuote molto il cuore e mette in discussione la fede di ognuno di noi. Mi sono spaventata davanti a tanta meraviglia ed alla mia pochezza. Questo libro é stato un cammino, un annuncio, un dire al mio cuore che se ci é riuscita Chiara, una ragazza qualsiasi, ce la possiamo fare tutti e non bisogna fare grandi cose ma cominciare da un sorriso a fine giornata.


Il libro uscito per edizioni Porziuncola è acquistabile online. Buona lettura.


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