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Mammascuolabus

Alescanca

##Non so voi, ma io non avevo proprio questa aspirazione. Non mi immaginavo proprio a fare la mammascuolabus e invece é quello che faccio da anni.

Di solito nella nostra fantastica Fiat Multipla a sei posti non si accettano, fatta eccezione per il week end, soggetti senza mocciolo colante, con scarpe sporche di fango e borracce che variano da Lillifee a cavallucci alati fino a coniglietti e pirati. L’altezza massima consentita per l’ingresso é 130 cm oltre a me chiaramente animatrice-mamma-quasipedagogista. Insomma la mia giornata tipo é correre al mattino fuori di casa con due mocciosine da accompagnare all’asilo (da ieri una all’asilo e una a scuola) e un nanerottolo sempre in braccio che ancora non si decide a camminare. A questa allegra compagnia si aggiunge sempre qualche amichetto con la mamma troppo incinta o con orari di lavoro non fatti proprio per una mamma e un papà. E si parte con cinque seggiolini e mammascuolabus al volante con Rino Gaetano a manetta ( “… e Berta filaaaava!”). Quando alle 9.15 ho finito dopo un’ora di fare il giro per accompagnare tutti torno a casa dove mi assalgono i letti da fare, il disordine, la lavatrice non stesa la sera prima e le calosche fangose dei bambini del giorno prima. In tutto questo il nanerottolo fa un pisolino e poi ricomincia il turno di mammascuolabus. Al ritorno gli orari delle uscite coincidono e quindi il gioco si fa più divertente.

Devo dire che non me l’ero immaginata esattamente così. Pensavo che sposarsi ed avere dei figli fosse molto più idilliaco, invece mi accorgo che non faccio in tempo a staccare un biberon che devo infilare un cappello, cambiare un pannolino mentre organizzo col vivavoce il pomeriggio con un’amichetta, ecc. Forse sarò stata deviata da tutta la televisione che vedevo da piccola, forse la pubblicità del mulino bianco mi ha segnata profondamente. La cosa strana però é che sebbene non sia mai stata la mia massima aspirazione, alla fine quando riesco ne sono fiera. É strano arrivare alla fine della giornata e accorgersi di non aver concluso praticamente niente, ma sentirsi completamente distrutta e allo stesso tempo soddisfatta. E pensare che un tempo a casa mia io ero Alessandra “a muscion” (la lentona). Chi l’avrebbe mai detto che io, proprio io, sarei riuscita a fare millecinquecento cose al minuto senza dar di matto?! Eppure guarda che m’ha fatto il Signore! Mi ha “complicato” la vita per farmi uscire tutta questa grinta. Mi ha dato la vita anzi più di una, ben tre.

Quando qualcuno mi chiede se lavoro chiaramente rispondo di sí. Segue subito – E di cosa ti occupi? — ed io — di bambini, faccio la mamma oltre ad essere moglie di un uomo molto esigente e studentessa laureanda. Tutti ridono alla mia risposta, io un po’ meno perché so bene cosa vuol dire. A volte sento delle amiche, soprattutto quelle da poco sposate, che hanno sensi di colpa nel comprare un paio di scarpe in più perché lei “non guadagna” (!!!). Se a noi mamme ci pagassero otto euro l’ora (e sono davvero economica nel calcolo!) per otto ore al giorno; dopo otto ore scatta la tariffa dello straordinario di almeno dieci euro; poi aggiungiamo la mancata giornata di riposo, i week end, le vacanze e i festivi, senza parlare della malattia a cui noi mamme davvero non ne abbiamo diritto, io penso che avrei già una casa con piscina ai quattro angoli del pianeta.

É vero che noi mamme non siamo molto riconosciute per il nostro lavoro silente. Per farci notare e valorizzare usiamo di solito la brillante tecnica della lamentela serale con i mariti. É vero che a volte é oggettivamente complicato raccattare cinque ragazzini stanchi e riuscire ad allacciare correttamente le cinture a tutti senza perdere nessuno, ed é vero che in ognuna di noi si nasconde un’Annamaria Franzoni (…), però vediamo sempre tutto come una grazia perché é l’unica verità delle cose, é lí che si incontra Cristo.

Con ciò buon inizio anno bambini e, soprattutto, buon inizio anno mamme!

P.S. So che quando Francesco leggerá questo post penserà che non c’é un filo logico in quello che ho scritto, ma queste sono cose da donne…