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Il progetto di Dio: obiettivo n.1

Alescanca

È normale che le difficoltá, piccole o grandi che siano, ci fanno soffrire o ci infastidiscono, non diamogli mai il potere di distoglierci dal progetto di Dio perché è l’unica vera cosa che ci fa essere pienamente noi stessi, veri, felici.

Ci sono periodi in cui sembra che capperi capitino tutte a noi. Magari non sono neanche cose tanto importanti, ma che sono capaci di togliere quella serenitá del quotidiano e ci fanno sbroccare. Stamattina, ore 9.05, dopo tre settimane tra dito rotto, quinta malattia dei figli e contrazioni premature, giá abbiamo avuto il triplo sbrocco carpiato a casa (aprendo la finestra il vento ha fatto cadere la telecamera che usiamo per fare i video rompendo il cavo del microfono, l’estrattore di succhi, comprato a caro prezzo, di colpo non funziona, e in ultimo Francesco ha dimenticato in convento mille cose necessarie… porca miseria!). Lo so che sono stupidaggini, ma creano quel nervosismo latente per tutta la giornata.

Le cose che mi fanno arrabbiare veramente sono quelle che non vanno come dico io o come me lo aspettavo. Lí dó il peggio di me. Tenere tutto sotto controllo è una delle mie manie di stupiditá piú elevata. Se poi ricevo un’ingiustizia… lasciamo perdere.

Chi se ne importa?

Ma in fondo chi se ne importa! Perché tutto questo dovrebbe essere importante? Possiamo stare qui a piangerci addosso e a fare le vittime, ma chi se ne importa! Pensare a tutte queste cose, anche se alcune fanno proprio male, mi aiuta a fare il prossimo passo verso la volontá di Dio? Se la risposta è no, allora giro pagina e offro quella cosa come preghiera, né piú né meno. Oppure, puó darsi che proprio quelle cose che sembrano negative, sono la provvidenza che Dio mi manda per entrare meglio nella Sua volontá.

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La cosa importante non è tanto pensare a fare la vittima, ma non perdere l’obiettivo: conservare la fede. Lo dice san Paolo:

Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno 2Tm 4,7-8

Quello che conta è il progetto di Dio

Quello che è importante davvero, peró, è non farci distogliere lo sguardo e le energie da quello che conta veramente: il progetto di Dio! Ricordo la scorsa estate in cui è successa una cosa davvero molto brutta che mi ha fatto soffrire moltissimo, ero come paralizzata da quello che mi accadeva e non riuscivo proprio a capire perché, che senso avesse. A questo si è aggiunta una grande ingiustizia fatta proprio da una persona a cui abbiamo voluto tanto bene. Oppure penso anche a tante derisioni del tipo “Come??? Tuo marito ha lasciato un posto da professore universitario per dedicarsi a questo progetto! Ma dov’è il guadagno?.. siete folli”. O anche a tante gelosie, a volte proprio all’interno della chiesa, e giudizi di un piccolo paese del sud.

Quello che mi rende felice è quel progetto su di me. Questo è l’obiettivo numero uno della mia vita. Quello che mi interessa veramente è continuare ogni giorno a fare il passo successivo verso quella vita piena, quella vita vera, quella felicitá che Gesú Cristo ha pagato a caro prezzo per me, per la mia libertá. Solo l’opinione di Dio su di me conta. Solo per la relazione vera con Dio vale la pena spendere le mie energie. Quante energie sprechiamo a raccontare di quanto non mi hanno ringraziato “dopo tutto quello che ho fatto”… mai sentito? Quante giornate perse ad imprecare alle mille cose storte che succedono. Ma chi me l’ha fatta fare, dico io?

Leggi anche: Signore cosa vuoi che io faccia - 3 aspetti per riconoscere la volontá di Dio

Il peccato

Pensiamo sempre che il peccato sia dire la bugia alla mamma, o aver detto una brutta parola a qualcuno, ma il peccato vero è mancare il bersaglio, non fare centro, non vivere per il progetto di Dio. Certo che vista cosí la cosa mi sa che mi devo riconfessare… Il peccato è perdere tempo dietro alle cose che non ci fanno vivere adesso a pieno il cammino verso la meta, ovvero l’incontro con Dio. La vita del cristiano non è l’aspirazione ad una vita zen, ma è una profonda relazione con Dio in cui va bene anche non essere d’accordo, litigare, arrabbiarsi. Tutte a me! Tutto questo va bene e ci sta, ma la vita del cristiano è soprattutto godere della resurrezione di Cristo, ovvero della libertá dal peccato (peccato = non dare spazio a ció che non ci fa fare centro nella vita).

Forse la mia è teologia da cinque euro, ma questo è quello che mette la mia vita sotto una prospettiva diversa e che mi fa entrare in una relazione profonda con me stessa, con Dio e con la vita che mi circonda (qui a casa nostra ce n’è tanta!).

Ho incontrato tante persone che, dopo aver incontrato il Signore, hanno iniziato ad uscire da situazioni davvero dolorose di peccato (droga, andare a prostitute, tradimenti, ecc). Nonostante l’impegno, l’aiuto degli altri, la preghiera non riuscivano a staccarsi del tutto da queste situazioni. Fino a quando un giorno, invece di sforzarsi a non cadere piú in quel baratro, hanno concentrato le loro attenzioni ed energie sul progetto di Dio e hanno risolto.

Faccio un esempio semplice: Gino dice tante parolacce e non riesce proprio a non dirle; si impegna da mesi a dirne di meno con il risultato che, invece di dirne dieci al giorno, ne dice quindici. Un giorno gli viene annunciato che l’unica cosa per cui vale la pena spendere le sue energie è il progetto di Dio perché da questo dipende la sua felicitá. Allora Gino ragiona, pensa, prega e si mette in cammino su questo. Alla fine della giornata si rende conto che è stato talmente concentrato su questo che non ha detto parolacce, se ne è dimenticato. Capite! Neanche una! Ho fatto questo esempio solo per dire che quando mettiamo al centro la vera prioritá, poi tutto il resto si ordina a quella prioritá. Pensa come sarebbe bella la tua vita ordinata secondo la prioritá della relazione con Dio. Sarebbe come vivere l’eternitá nel presente, al lavoro mentre leggi questo articolo e sembra che questa giornata non abbia proprio senso. Noi invece ci impegniamo, ci sforziamo ad essere bravi, a non peccare, a non fare cattive azioni. Non sempre funziona peró. Quello che funziona veramente è piuttosto mettere ordine, dare prioritá a Dio e al Suo progetto su di me.

Dove investi le tue migliori energie?

Io di solito le mie migliori energie le spendo per litigare con mio marito o, se va bene, a guardare ricette su internet su come migliorare il mio pane integrale fatto in casa. Quelle volte in cui metto al centro il Signore prima di tutto il resto e riesco a dare prioritá a questo, mi rendo conto che la giornata ha un altro ordine, è ordinata. Di solito, peró, cerco a rimanere in piedi invece di puntare in alto. Sono un disastro, lo so. So anche che questo disastro potrebbe essere solo il punto di partenza e non la mia condanna. Anzi, proprio perché sono cosí, dó la possibilitá a Dio di mostrare le Sue meraviglie ancora di piú. Un sacerdote in confessione, quando ero proprio una bambina, mi disse che Dio puó mostrare la Sua grandezza ancora di piú quando suona su un pianoforte scordato, allora lí dici “capperi! Quant’è bravo Questo a suonare!”. Noi siamo questo e vedremo cose incredibili solo se, invece di piangerci addosso per le cose che succedono, piccole o grandi che siano, apriamo la porta al Pianista e ci preoccupiamo solo di preparare quella giornata per quell’incontro.

La veritá è che il grazie non ricevuto o quella delusione dopo un po’ passano e neanche ce ne ricordiamo piú, ma anche le nostre energie finiscono, il tempo passa e il progetto di Dio non lo realizziamo mai. Insomma non ne vale veramente la pena. L’unica cosa per cui vale la pena vivere e spendersi è il progetto di Dio. Quando ho messo al centro questo la mia vitá ha cominciato a fiorire in modo incredibile.

Buon cammino amici!