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Come partire per il nuovo anno?

Ruvido

Ammettiamolo, questo è un periodo euforico. Il Natale è sempre un’occasione speciale: il freddo pungente, il via vai delle persone per strada, le luci (a me piacciono un sacco le luci). E poi c’è la grande festa per un nuovo anno che arriva. Quanta attesa dietro a quel conto alla rovescia, e poi – BUM — fuochi a volontà, un brindisi euforico e baci e abbracci (ed una tonnellata di whatsapp, grazie ragazzi 😃

Finita la festa, molti di noi tornano al lavoro o allo studio, al tram tram quotidiano. E questo clima di festa, che è ancora nell’aria, ci porta immancabilmente a fare bei progetti per il futuro. Alla radio ho ascoltato mille propositi per il nuovo anno: dalle persone che scrivevano che al primo posto avrebbero voluto dimagrire, chi trovare l’amore, il lavoro ecc. ecc.

Sinceramente non so quanti di questi buoni propositi si realizzeranno. Quello che ho capito è che il Signore costruisce la mia storia di salvezza proprio attraverso le sconfitte, il deserto, le aspettative deluse e che dietro ad ognuno di questi “fallimenti” c’è una Grazia grossa come una casa che mi aspetta. Quando capisci questo allora la prospettiva cambia per questo nuovo anno in arrivo e il mio cuore è pieno di fiducia.

Ma bisogna avere un piano per rimanere fedeli a queste parole. Per continuare a credere nei momenti di difficoltà è necessaria una bussola da tenere saldamente in mano quando la nebbia si fa più fitta. Allora ecco tre punti per assicurarti un anno da Dio, da tenere sempre in tasca ed usare quotidianamente, continuativamente, prima e pure dopo i pasti.

Ringraziare Dio

“Profetizza su queste ossa inaridite” dice il Signore (Ez37), che vuol dire? Profetizza, vedi la vita dove ora non c’è, dona nuova vita a queste ossa inaridite attraverso l’opera del Signore. Un anno è passato, profetizza sulle delusioni che hai sperimentato. Proprio da quei fallimenti il Signore ti chiama per rivestirti dell’uomo nuovo, per diventare l’uomo e la donna santi che Dio ha pensato per te da sempre. Ma se questa è occasione di Grazia, ma se i fallimenti sono occasione di Grazia, allora è il caso che torni indietro su quelle situazioni, e seppur nel dolore, accettale nel tuo cuore, grida al Signore e ringrazia perchè Egli si è fatto presente nella tua vita. E poi torna indietro e riconosci le cose belle che Lui ha operato nella tua vita in quest’anno: un incontro, un esame passato, una relazione guarita.

Bene-dici la tua vita, vedi il bene e profetizza sulle difficoltà della vita.

Aprire il cuore

Abbandona i progetti del tuo cuore. Il Signore ti ha donato delle intuizioni, bene. Custodiscile. Ma ora guarda alla strada davanti a te, ci sono molte incertezze, dubbi. Come farò? Abbandonati al Padre. “Egli ti ha intessuto nel seno di tua madre” (Sal139), conosce il bene per te, allora apri il cuore alle sue vie. Vuol dire lasciati scompigliare i piani, lascia entrare il Signore nei tuoi progetti. Chiudi gli occhi, prega il Signore, ed abbandonati a Lui. Inizia con un gesto gratuito verso qualcuno, e poi via via apriti. Pensa a come il Signore chiese ad Abramo di offrigli il suo unico figlio, il figlio della promessa, sull’altare.

Apri il tuo cuore alle strade (imprevedibili) del Signore, Egli conosce i tuoi bisogni.

Rimanere in preghiera

Ma tutto questo non avrebbe senso se tu il Signore non lo conosci. Una volta il sacerdote in confessionale mi disse: “Tu scaldi il banco a messa!”. Ed è vero, non serve a niente una conoscenza sporadica e superficiale. Dio è una persona. Non una morale, una serie di regole da seguire, ma una persona con cui entrare in relazione. Tu la conosci questa persona? Si? Allora intensifica questa conoscenza. Prega, prega in silenzio ogni giorno. Prega leggendo la scrittura ogni giorno. Prega recitando il rosario ogni giorno. Ogni giorno (l’ho gia detto?). Prega senza chiedere nulla, prega mettendoti semplicemente alla Sua presenza. Il resto lo fa Lui.

Il Signore Gesù, che è Dio, è una persona, entra in relazione con Lui pregando ogni giorno.


Come ogni cosa che trovate su 5pani2pesci, questi pensieri sono frutto della mia personale esperienza e rappresentano ciò che la relazione col Signore ha suscitato nel mio cuore. Quello che non sono invece è una semplice formula per la felicità, un programma teorico per il nuovo anno. Tutto questo è stato vissuto, sperimentato, provato sulla mia pellaccia … buon inizio!


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